Cappotto termico esterno: pro e contro, durata, costi (2024)

Cappotto termico esterno: pro e contro, durata, costi (2024)
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In questa guida ti parlerò del cappotto termico esterno.

Scoprirai:

  • come funziona
  • pro e contro del sistema
  • quanto dura
  • MOLTO altro!

Ce l’ho messa tutta per spiegare l’argomento in modo semplice e comprensibile.

Chissà se ho fatto un buon lavoro. 🙂

Che cos’è il cappotto termico esterno?

Il cappotto termico esterno – o sistema di isolamento a cappotto – è un tipo di isolante termico che viene applicato sulla superficie esterna delle pareti perimetrali di un fabbricato.

A cosa serve?

La sua funzione principale è quella di fornire protezione termica all’edificio.

Riduce le dispersioni di calore che avvengono tramite la pareti esterne (dentro-fuori) e ostacola il passaggio del calore dei raggi solari (fuori-dentro).

Come ci riesce?

Il materiale isolante diminuisce la trasmittanza termica della parete, ovvero la capacità della parete di essere attraversata dal calore.

Differenza tra “cappotto” e “sistema cappotto”

I cappotti applicati nei cantieri possono essere di due tipologie:

  • cappotto tradizionale
  • sistema cappotto

Qual è la differenza? 🤔

Il primo è composto da una serie di materiali (pannelli, malte, colle…etc.) con proprietà non verificate e non certificate come compatibili tra loro.

Il secondo, al contrario, è realizzato con materiali le cui proprietà sono state verificate e certificate come compatibili tra loro.

Considerata l’importanza del cappotto – e la complessità della sua struttura, che tra poco vedrai – dovresti sempre preferire il secondo sistema, quello certificato.

Kit

La soluzione ideale è il sistema cappotto realizzato con prodotti di una sola azienda, che si configura come una sorta di “kit” – meglio ancora se la posa è affidata ad artigiani che conoscono bene quei prodotti.

Come è fatto un cappotto termico?

Il sistema di isolamento a cappotto è composto da una serie di materiali.

Nel breve video a seguire puoi vedere quali sono e a cosa servono.

Questi prodotti lavorano e interagiscono tra loro in modo da garantire l’isolamento termico della struttura.

Semplice. 🙂

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Tipologie di materiali dei pannelli

I materiali disponibili per i pannelli isolanti sono di vario genere.

In base all’origine, possiamo suddividerli in tre categorie:

  • sintetici
  • origine minerale
  • origine naturale

Sintetici

I materiali sintetici più usati sono EPS (polistirene/polistirolo espanso), XPS (polistirene estruso) e PU (poliuretano espanso).

Minerale

I pannelli di origine minerale più comuni sono fatti di lana di roccia e lana di vetro – entrambi derivano da risorse minerarie presenti sulla crosta terrestre.

Naturale

I prodotti naturali più diffusi sono invece quelli di sughero, lana di pecora, fibre di legno, fibre di canapa e lana di legno.

L’offerta è tanta, quindi sorge subito una domanda…

Qual è il miglior materiale per il cappotto termico?

Il materiale con la conducibilità termica più bassa, quello che oppone maggior resistenza al passaggio del calore – e che quindi rappresenta un ottimo isolante – è l’aerogel.

Tuttavia, il cappotto in aerogel è poco usato a causa degli elevati costi del prodotto.

Progettazione: materiale e spessore

Sull’argomento “materiali” devo fare una precisazione importante. ☝️

Il sistema cappotto richiede un progetto

Materiale e spessore del pannello non si scelgono in base a gusti personali: si definiscono grazie a calcoli e valutazioni oggettive.

Tra le altre cose, bisogna considerare le caratteristiche delle pareti (non coibentate), i dati tecnici e le prestazioni degli isolanti e la zona climatica dell’edificio da riqualificare.

I parametri sono tanti e ogni caso è unico: non esiste un materiale migliore (in assoluto) o uno spessore ideale di riferimento.

7 Vantaggi del cappotto termico esterno

Veniamo ai vantaggi del sistema di isolamento a cappotto.

Come ho scritto all’inizio, la funzione primaria del cappotto termico è proteggere/isolare: trattiene il calore dentro l’edificio e respinge il calore esterno.

Quali sono i benefici? 🤔

#1 Risparmio energetico

Innanzitutto, il risparmio energetico.

Se il sistema è progettato e posato correttamente, con l’uso di prodotti certificati, avrai una riduzione dei consumi – più o meno sensibile – per il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio.

Per ottimizzare il risparmio energetico hai bisogno anche di serramenti esterni performanti e impianti efficienti, o almeno in buone condizioni.

E contano anche le tue abitudini in merito all’aerazione dei locali, soprattutto nei casi dove manca la ventilazione meccanica controllata.

#2 Risparmio economico

Il secondo beneficio, collegato al primo, è la riduzione dei costi per scaldare e raffrescare la casa.

Meno consumi = Meno spese

Il risparmio in bolletta effettivo è variabile e dipende da vari fattori, come il tipo di intervento di riqualificazione e le condizioni climatiche della zona.

Quanto si risparmia?

Secondo una ricerca di Cortexa (associazione imprese dell’isolamento a cappotto) il sistema può far risparmiare dal 30 al 33% di energia a una villetta a due piani, e dal 40 al 45% in un condominio a 8 piani.

Enea, invece, parla di un risparmio di energia di circa il 40%, e di un risparmio annuo in bolletta del 20%.

#3 Comfort

Un buon isolamento termico della struttura edilizia significa anche maggior comfort per gli abitanti della casa.

Il cappotto pone l’edificio in condizioni di temperatura e umidità stazionarie: gli ambienti avranno un clima più uniforme, piacevole e costante.

In tante case isolate male, al contrario, trovi spesso delle stanze che trasmettono una sgradevole sensazione di freddo.

#4 Correzione ponti termici

Quarto vantaggio del materiale isolante è la riduzione dei ponti termici.

I ponti termici sono zone “fredde” della struttura, dove avvengono maggiori dispersioni di calore, causate da discontinuità tra materiali diversi o spazi non isolati in modo adeguato.

In questi punti deboli della struttura, il calore attraversa più facilmente l’edificio.

Ponte termico = punto debole

Le conseguenze dirette – oltre alla dispersione termica – sono il rischio di condense e muffe e l’aumento (potenziale) dei costi di riscaldamento e raffrescamento.

Esempi di ponti termici:

  • cornici delle finestre
  • connessioni muri e solai
  • giunzioni e angoli di pareti
  • pilastri nelle pareti

Grazie all’applicazione dei pannelli isolanti puoi correggere i ponti termici critici, in modo da scongiurare la comparsa di quelle muffe e condense legate a ponti termici.

Attenzione! ☝️

Le muffe sui muri causate da altri fattori – come infiltrazioni o cattiva aerazione – non vengono eliminate.

#5 Valore immobiliare

C’è un impatto positivo (potenziale) anche sul valore economico della casa.

La maggior parte degli acquirenti è ormai consapevole dell’importanza di un buon isolamento termico, quindi l’immobile sarà più appetibile per il mercato e – sulla carta – avrà un maggior valore.

Lo conferma anche Nomisma, in un report del 2023.

Secondo l’indagine di Nomisma, il 35% dei potenziali acquirenti sarebbe disposto a pagare un sovraprezzo per un edificio con alta efficienza energetica.

L’incremento di valore, lo ripeto, non è certo, ma probabile.

E comunque, in caso di futura vendita, potrai far leva su molti benefici citati in questo articolo. 🙂

#6 Riduzione inquinamento

Meno consumo di energia per riscaldamento e raffrescamento significa meno emissioni di gas nocivi nell’atmosfera.

La maggior parte dei sistemi di riscaldamento domestici – come caldaie, pellet e camini a legna – produce infatti sostanze dannose (gas serra), che contribuiscono all’effetto serra e al cambiamento climatico.

Non dimentichiamo che rappresentano un pericolo anche per la nostra salute. ☠️

Ridurre i consumi degli edifici è doveroso: allo stato attuale, circa il 40% dell’anidride carbonica e delle polveri sottili proviene proprio dalle abitazioni.

#7 Aumento classe energetica

Per finire, l’aumento della classe energetica.

Secondo il testo della direttiva Case Green, approvato al Parlamento Europeo, gli edifici residenziali dovranno raggiungere (come minimo) la classe energetica “E” entro il 2030, e la classe “D” entro il 2033.

Ad oggi, il 74% delle abitazioni italiane rientra nelle classi E,F o G.

Al momento manca ancora il testo definitivo, ed è probabile che ci siano deroghe, ma la direzione presa è quella della riqualificazione, col conseguente miglioramento della classe energetica.

In quest’ottica il cappotto termico è un intervento che da un valido contributo.

Quanto migliora la classe energetica?

Impossibile dirlo senza un progetto energetico accurato.

Svantaggi del cappotto termico

A mio avviso, questo sistema di isolamento non ha punti a sfavore importanti, in rapporto ai benefici, ma esistono comunque un paio di svantaggi.

Costi

L’investimento globale (progetto, materiali, manodopera e ponteggio) può essere piuttosto oneroso, soprattutto in certe situazioni.

Bisogna però considerare le agevolazioni fiscali previste dalla normativa e il risparmio in bolletta – annuo e a lungo termine – oltre ai benefici sul benessere abitativo.

Riduzione poggioli

Il secondo punto a sfavore è la riduzione della superficie dei poggioli, a causa dello spessore occupato dai pannelli (perdi qualche centimetro di profondità).

Non trovo altri svantaggi.

Pro e contro del cappotto termico (sintesi)

Ricapitolando, ecco tutti i pro e contro del cappotto termico esterno.

PRO CONTRO
Risparmio energetico Costo
Risparmio economico Rid. poggioli
Comfort
Correzione ponti termici
Maggior valore
Riduzione inquinamento
Aumento classe energetica

Quanto costa un cappotto termico?

Sui prezzi dei cappotti ne leggerai e sentirai di tutti i colori.

Cercare on-line i prezzi dei pannelli isolanti, tuttavia, servirà solo a confonderti: nel video a seguire (durata: 55 secondi) ti spiego perché…

Tieni presente una cosa: nel video ho considerato solo i prezzi dei pannelli.

Bisogna aggiungere il costo della manodopera, del progetto e del ponteggio.

Ma il prezzo finale è legato anche ad alcune caratteristiche dell’edificio che possono complicare e/o rallentare la messa in opera (presenza di balconi, portici, più o meno volumi…etc.).

Dove non si può fare il cappotto termico?

Il cappotto termico esterno non è realizzabile sugli edifici soggetti a vincoli storici e/o architettonici o se il regolamento condominiale vieta modifiche alle pareti esterne.

In questi casi si possono valutare due alternative.

Cosa fare al posto del cappotto esterno?

Le alternative al cappotto esterno sono l’isolamento interno delle pareti – il cosiddetto cappotto interno – e l’insuflaggio nelle intercapedini delle pareti.

Qual è il periodo migliore per fare il cappotto?

Il periodo migliore per fare il cappotto termico esterno è la primavera: bisogna evitare i mesi più freddi, in particolare quei periodi dove le temperature scendono al di sotto dei valori di riferimento indicati dalle aziende di settore.

Il motivo

La corretta posa in opera di alcuni prodotti del sistema cappotto – come colle e intonachini di finitura – richiede una temperatura minima di applicazione non inferiore a 5° C, per almeno 24 ore.

Almeno 5° C per 24 ore

Se non si rispettano i valori, i materiali non maturano correttamente, e la presa ritarda in modo eccessivo.

Con temperature inferiori a 0° C, i prodotti non ancora compatti vengono esposti anche all’azione disgregatrice del gelo.

Perché il cappotto si stacca?

Il distacco dei pannelli del cappotto dipende soprattutto da errori di posa e negligenze degli applicatori, ma anche l’uso di prodotti non certificati può influire in modo negativo sulla durata del sistema.

Quanto dura un cappotto termico esterno?

La durata del cappotto termico esterno dipende da quattro fattori:

  • progettazione corretta/scorretta
  • qualità materiali
  • qualità posa
  • manutenzione

Con tutte le condizioni favorevoli, un sistema a cappotto ha una durata di oltre 50 anni.

Le direttive tecniche europee stabiliscono – per le aziende produttrici – un periodo di prova dei loro sistemi di almeno 25 anni.

Certificazioni e normativa

All’inizio dell’articolo ho spiegato la differenza tra cappotto e sistema di isolamento a cappotto.

Se ricordi, ho scritto che solo il sistema è certificato, perché composto da materiali verificati come compatibili tra loro.

L’autenticazione del sistema cappotto avviene tramite la certificazione ETA (Valutazione Tecnica Europea – European Technical Assessment).

La ETA assicura la validità e l’adeguatezza del sistema, quindi è un documento fondamentale: ti aiuta a capire se il “prodotto” è valido per un intervento di isolamento termico.

Senza tale certificazione non è nemmeno possibile affliggere la marcatura CE sul prodotto/sistema.

Un’altra autenticazione fondamentale è la certificazione CAM, richiesta per i materiali isolanti termici (quindi anche il cappotto) in quelle riqualificazioni energetiche dove si vuole accedere alle detrazioni fiscali.

Il cappotto termico esterno crea muffa?

Un sistema di isolamento a cappotto ben progettato, posato a regola d’arte e composto da materiali certificati non crea muffe e condense.

Per concludere

Spero che la guida sia stata utile: se hai domande scrivi un commento.

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A presto 👋
Lorenzo

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Lorenzo Ciancio

Autore del post e fondatore di Voglia di Ristrutturare Leggi i miei articoli