Altezza rivestimenti bagno: fino a dove rivestire? (Guida)

lo scoprirai tutto quello che c’è da sapere sull’altezza dei rivestimenti del bagno.
In particolare:
- la normativa da rispettare
- gli errori da evitare
- le possibili soluzioni
- MOLTO altro!
Se devi ristrutturare il bagno – e vuoi una guida e completa sui rivestimenti – leggi con attenzione il post. 👇🏼
Altezza rivestimenti bagno: cosa dice la normativa?
La normativa sull’altezza dei rivestimenti nei bagni privati, è principalmente disciplinata dai Regolamenti Edilizi dei Comuni: le regole possono cambiare da città a città.
Ti faccio degli esempi.
Il Regolamento di Milano, afferma che le pareti dei bagni “sino ad un’altezza di 180 cm. vanno rivestite in materiale impermeabile, liscio, lavabile e resistente, solamente in corrispondenza degli apparecchi sanitari”.



Quello di Palermo parla di “rivestimento delle pareti, fino all’altezza minima di m 1.50, realizzati in materiale impermeabile e facilmente lavabile”.
Ti consiglio quindi di controllare il regolamento del Comune, disponibile on-line, sul sito ufficiale della tua città.
Controlla il Regolamento Edilizio!
Impermeabile e lavabile
Un aspetto comune a moltissimi regolamenti, è che spesso manca un richiamo esplicito alle piastrelle in ceramica.
Nella maggior parte dei casi si parla di superfici impermeabili e lavabili.
Ciò significa che potresti rinunciare alle piastrelle, in favore di soluzioni altrettanto resistenti all’acqua, come resine, microcemento, carte da parati impermeabili o pitture lavabili.
Ma procediamo con ordine. 👇🏼
Altezza dei rivestimenti: 3 errori da evitare
Adesso fa’ attenzione: prima di scegliere l’altezza – o le altezze – dei tuoi rivestimenti, devi conoscere gli errori che potrebbero rovinare l’estetica del nuovo bagno.
Errore #1
Primo errore: non c’è un “progetto” dei rivestimenti.
Il progetto del nuovo bagno, oltre a misure e disposizione di sanitari e arredi, dovrebbe sempre contenere un disegno – anche di massima – delle nuove pareti piastrellate, o quantomeno delle annotazioni relative alle quote dei rivestimenti.
In primis, perché puoi visualizzare in anticipo l’ambiente finito, in modo da valutare l’effetto cromatico finale.



In secondo luogo, perché il disegno definisce lo schema di posa, quindi rappresenta il punto di riferimento del piastrellista.
Nota: il disegno NON è obbligatorio
Il progetto però ha un terzo, fondamentale compito: serve a prevenire gli errori. Non solo del posatore, ma anche degli altri artigiani, che a volte agiscono senza considerare lo schema dei rivestimenti (che a volte nemmeno conoscono).
Errore #2
Secondo errore: arredi “a metà strada”. 🙂
Quando scegli dei rivestimenti “bassi”, devi considerare che alcuni elementi potrebbero trovarsi a ridosso tra le ultime file di mattonelle e il muro non rivestito.
Quali elementi?
- placca del wc (pulsante)
- specchio del lavabo
- placche elettriche
Placca del wc, specchio e placche elettriche vanno posizionati completamente sulla parete non rivestita, ad una quota superiore all’ultima fila di piastrelle, oppure all’interno dei rivestimenti.
Niente mezze misure.


L’altezza giusta varia in base all’arredo, l’importante è che l’elemento non sia posizionato in corrispondenza della linea di giunzione tra le mattonelle e la parete.
Placca del wc
Nel caso della placca del wc, devi fare i conti con la scheda tecnica della cassetta di risciacquo* – che definisce anche l’altezza della placca – e con le misure della placca stessa (altezza x larghezza).
*Disponibile sul sito del produttore.
La buona notizia è che l’altezza della placca è regolabile, entro certi limiti, perché l’idraulico può tagliare-accorciare la cacciata della cassetta di risciacquo.
Altro aspetto: il sedile del wc, una volta aperto, non dovrebbe mai toccare il pulsante della placca.
Scaldasalviette
E lo scaldasalviette?
A mio avviso, il termoarredo del bagno, al pari degli altri elementi, dovrebbe essere posizionato interamente su una superficie piastrellata o su una parete completamente intonacata e dipinta.
Le soluzioni miste creano un effetto visivo meno gradevole e armonico…ma è la mia opinione. 🙂
#3 Mattonelle in doccia
Terzo errore: il rivestimento in doccia troppo basso.
In teoria, non esiste una quota minima di riferimento. Tuttavia, a mio parere, l’interno doccia doccia andrebbe sempre rivestito fino ad almeno 220 centimetri.
Il motivo principale risiede nell’altezza “standard” di installazione dei soffioni a muro, fissata a circa 215 cm. dal piatto doccia. Questa misura fa si che il punto di aggancio del soffione coincida con la zona di parete rivestita dalle mattonelle.
Ricorda che l’altezza del box doccia non deve superare quella del rivestimento (per questioni estetiche).
Fino a dove rivestire il bagno? Le 4 possibilità
Ok, passiamo alla parte pratica: vediamo quali sono le 4 classiche soluzioni per rivestire le pareti del bagno.
#1 A metà altezza
Prima opzione: rivestire a metà altezza.
Parliamo di quote che vanno da circa 120 cm. fino a 150 centimetri, in virtù del fatto che l’altezza dei bagni va da un minimo di 240 cm, fino a oltre 270 cm.
L’effetto finale è simile a quello di una boiserie:



Il vantaggio principale di questa soluzione è che le pareti saranno piuttosto libere, quindi l’ambiente dovrebbe sembrare più ampio e luminoso, soprattutto se sceglierai colori chiari (per mattonelle e per la parte superiore delle pareti).
È anche la scelta più economica, ma solo in termini di materiale da acquistare.
Secondo me, questa opzione è particolarmente indicata per i bagni stretti e lunghi, perché riduce l’effetto corridoio che si percepisce in alcuni locali con larghezze ridotte.
Le parti non rivestite, inoltre, possono essere pitturate in colori diversi dal bianco: suggerisco i toni pastello, che creano un’atmosfera rilassante e delicata.
#2 Altezza porta
Seconda opzione: fino alla porta.
In questo caso si riveste fino all’altezza della cornice superiore del serramento, ovvero circa 220 centimetri da terra (o più in alto/basso, dipende dalla porta).
È la soluzione classica, un evergreen, molto usata in passato e ancora attuale.


Secondo un sondaggio sul mio canale YouTube, la maggior parte delle persone sceglie proprio questa opzione, forse perché offre un buon livello di protezione (alle pareti) e si adatta ad ambienti di varie dimensioni.
#3 Tutta altezza
Terza soluzione: rivestire fino al solaio.
In questo caso, l’impresa deve fare molta attenzione alle quote del solaio. Durante le ristrutturazioni capita spesso di trovare soffitti non perfettamente planari, quindi l’ultima fila di mattonelle dovrebbe fermarsi a pochi centimetri – o millimetri – dal soffitto.



In questo modo, tuttavia, otterrai un bagno completamente rivestito, a parte una sottile strisciolina bianca nella parte superiore.
A mio avviso, la resa estetica non è granchè.
Per rimediare, puoi realizzare un controsoffitto idrofugo, in modo da ottenere la planarità di cui hai bisogno o – in alternativa – puoi un controsoffitto con delle gole, per nascondere i difetti di planarità del solaio.
Punto focale
Grazie alle piastrelle a tutta altezza puoi giocare facilmente con colori e geometrie dei rivestimenti: creare un punto focale sarà molto più semplice.
Ad esempio, potresti scegliere un colore/effetto particolare – diverso dagli altri – per la zona del bagno che vuoi valorizzare di più (es. un’ampia doccia walk-in).
Info: il punto focale di una stanza è quell’elemento che cattura subito l’attenzione quando entriamo in un ambiente.
#4 Solo dove serve
Quarta opzione: rivesti solo dove c’è bisogno.
Innanzitutto, sulle pareti della doccia, ovviamente.
Poi, nelle zone di lavabo, sanitari – dietro wc e bidet – e sul perimetro della vasca, quindi in tutte quelle aree soggette a schizzi d’acqua, dov’è meglio avere una superficie 100% impermeabile ed igienica.



Le porzioni senza piastrelle si possono rifinire con uno smalto, oppure con idropitture.
Questione di misure
Ti faccio notare una cosa: le prime tre quote che ho citato (metà parete, altezza porta e tutta altezza) non sono casuali.
La maggior parte dei prodotti ceramici viene prodotta in formati multipli di 15 o 30 centimetri (es. 30×60, 60×60, 60×120…etc.), dimensioni che che collimano alla perfezione con le “classiche” quote dei rivestimenti.
In questo modo, si facilita posa e si riducono gli scarti.
Quote dei rivestimenti in bagno: tabella riassuntiva
Nella tabella a seguire trovi un riepilogo delle quote relative alle altezze dei rivestimenti in bagno.
Tipologia | Altezza (cm.) |
---|---|
Metà parete | 120 – 150 |
Fino alla porta | Min 210 |
Tutta altezza | Da 240, oltre 270 |
Solo dove serve | Variabile |
Domande frequenti sull’altezza dei rivestimenti
In questo capitolo risponderò ad alcuni quesiti frequenti sulle altezze dei rivestimenti ceramici: se non trovi la risposta che cerchi, scrivi un commento. 👇🏼
Qual è la scelta più economica?
Meno mattonelle, meno costi. 💰
In apparenza, la scelta più economica è quella di abbassare le quote dei rivestimenti, esclusa la zona doccia…giusto?
Dipende.
Se parliamo di nuove costruzioni, la soluzione meno costosa è senza dubbio quella di scegliere una quota più bassa, ma per le ristrutturazioni non è così.
Quando ristrutturi il bagno e scegli un rivestimento con quota inferiore rispetto al precedente, l’impresa dovrà sistemare le porzioni di pareti dove prima c’erano le mattonelle.
La procedura di ripristino, di intonacatura e/o rasatura, richiede manodopera e tempo, con costi che sicuramente superano il risparmio ottenuto col rivestimento più basso.
Ciò significa che durante la ristrutturazione, a livello di risparmio, conviene sempre rivestire almeno fino alla vecchia quota delle mattonelle.
Cosa mettere alla fine delle piastrelle?
Sull’ultima fila di piastrelle, la più alta, ti consiglio di installare dei profili terminali, fino a un’altezza di almeno 150 centimetri.
Oltre a proteggere i bordi delle piastrelle, i profili sono anche una rifinitura, funzionale ed estetica – troverai prodotti in varie forme, materiali e colori/effetti (cromati, neri, rame, spazzolati…etc.).
3 Alternative alle piastrelle
Le opzioni per il rivestimento non si fermano alle piastrelle. Il mercato offre altre soluzioni estetiche: meno popolari, ma altrettanto “sartoriali”.
Resine e microcementi
Prima alternativa: resine e microcementi.
La soluzione ideale per chi odia le fughe. Con resina e microcemento puoi creare superfici continue e uniformi in un’ampia gamma di colori e finiture, con spessori di pochi millimetri (c.a. 2-4 mm.).


I materiali si possono applicare su vari supporti, inclusi i vecchi rivestimenti in ceramica.
Carta da parati
Seconda alternativa: la carta da parati.
Una soluzione “di nicchia”, con un altissimo potere di arredo, quindi perfetta per personalizzare l’ambiente e definire lo stile della stanza. Per ottenere un buon risultato è sufficiente rivestire una sola parete (anche piccola):



Le moderne tappezzerie si possono applicare anche in zone a contatto con l’acqua, come dentro la doccia o sui lati della vasca.
In questi casi vengono usati dei prodotti in fibra di vetro, che diventano impermeabili grazie a un trattamento con resine.
Rivestimenti resilienti
Terza alternativa: usa dei rivestimenti resilienti.
Si tratta di pannelli murali in Spc o Lvt, da incollare sulla parete intonacata – al grezzo o imbiancata – o sui vecchi rivestimenti in ceramica.
I pannelli si incollano abbastanza rapidamente, grazie a colle specifiche per i cosiddetti resilienti: non servono stucchi e/o lavorazioni particolari, e gli elementi si uniscono tra loro grazie a un incastro maschio-femmina (simile a quello dei pavimenti flottanti).
Con alcuni modelli puoi rivestire anche le pareti di una vasca a incasso e – udite udite – perfino l’interno doccia.
Sono prodotti ancora poco conosciuti, ideali soprattutto per dei restyling.
Quanto devono essere alte le piastrelle in bagno?
Le quote più comuni per i rivestimenti dei bagni sono: metà parete (circa 120-150 cm), altezza porta (circa 220 cm) e fino al soffitto della stanza.
Non esiste un’altezza giusta per tutti: la scelta è soggettiva, e dipende soprattutto dai gusti personali.



Per un risultato estetico gradevole e discreto, ti consiglio di scegliere uno stucco (per le fughe) di un colore simile a quello della piastrella, a meno che tu non voglia ottenere un effetto “a contrasto”.
Su una piastrella beige, ad esempio, conviene applicare uno stucco beige, o di toni molto simili.
Devi ristrutturare il bagno?
Se hai ancora domande, scrivi un commento. 👇🏼
Se devi creare o ristrutturare un bagno – e vuoi una guida per pianificare i lavori ed evitare errori – acquista il mio ebook “Ristrutturare il bagno è Semplice”.
A presto!
Lorenzo